Dia daoibh,
Domhnach 5 Eanáir 2014 chuamar le mo thuismitheoirí chun turas iomlán a dhéanamh i dtreo Nazca atá i bhfad i gcéin 150 Km da Ica.
La destinazione più importante è stata l’aeroporto di Nazca per far sorvolare ai miei le enigmatiche linee, ó bhí Danitza agus mé féin ag eitilt cheana féin 5 Fadó. Al tour abbiamo aggiunto altre importanti tappe come la visita al museo Antonini, gli acquedotti preispanici e il centro religioso di Cahuachi che abbiamo visto al tramonto e ci ha regalato un panorama mozzafiato.
Ecco i due argonauti pronti a prendere il loro piccolo aereo a elica! Il costo del volo è di 90 Dollari più una tassa di 50 Soles a persona. Un po’ caro e turbolento ma ne vale la pena.
Mentre stavamo aspettavano il nostro turno gli altri passeggeri che atterravano scendevano dall’aereo con strane facce poco incoraggianti e ringraziando dio di essere ancora vivi in tante lingue diverse!
IMPORTANTE: E’ consigliabile non mangiare almeno due ore prima del volo per ovvi motivi.
Una volta che l’aereo ha preso quota il pilota inizia a volteggiare attraverso le linee, ecco qui la linea chiamata dell’astronauta.
Qui abbiamo la scimmia.
Ecco un colibrì, ci sono almeno 20 ipotesi sulla natura delle linee di Nazca, una delle più accreditate è che venissero fatte per scopi religiosi infatti vicino alle linee sono state trovate offerte, conchiglie (mollu) e ceramiche che venivano rotte sul posto per scopi rituali. Le figure rappresentano animali sacri legati agli dei preispanici che dovevano presumibilmente essere gli emissari delle richieste di prosperità e soprattutto di acqua che via via si andava esaurendo a causa del cambio climatico avvenuto nella zona negli ultimi 5000 blianta. La stilizzazione dei disegni potrebbe essere spiegata dal fatto che i sacerdoti facevano largo uso di sostanze psicotrope come il San Pedro per connettarsi al mondo degli spiriti e della pachamama, cioè il legame con la terra stessa. Le linee diventavano quindi uno strumento di connessione fra uomo, terra e cielo.
A poche centinaia di metri dall’uscita dell’areoporto siamo andati a visitare il museo delle ceramiche dove artigiani moderni riproducono con le stesse tecniche di allora le famose ceramiche Nazca.
I preispanici utilizzavano la cercamica anche per fare strumenti musicali che suonavano nei loro rituali. Nella foto si vede un fischietto a forma di colomba.
Qui la famosa zampogna, già 5000 Fadó (Caral – Peiriú 3000 AC) i preispanici avevano scoperto le note musicali utilizzate ancora oggi.
Ecco una tromba cerimoniale.
Il titolare della bottega artigiana ci ha spiegato che suo padre imparó con passione e pazienza a ricreare il sistema di cottura utilizzato dagli Inca. Al posto del tornio usavano un piattello circolare concavo che facevano girare mentre con le mani modellavano la pasta cruda.
Per dare lucidità alle ceramiche utilizzavano delle pietre dure arrotondate che strofinavano sul grasso del viso e sfregavano sulla ceramica dipinta e seccata al sole prima di cuocerla.
Per decorare i vasi utizzavano pigmenti minerali che si fondevano in cottura con la ceramica e per dipingere utilizzavano sottili pennellini in crine di animale o capelli umani.
Le ceramiche più belle erano esclusivamente ad uso religioso e purtroppo dopo tanto lavoro il sacerdote le frantumava al suolo come offerta agli dei.
Alla fine della spiegazione nella bottega è stato possibile comprare alcune di queste realizzazioni artigianali, per esperienza personale posso dire che sono le più carine ed originali che si trovano in tutto Perù, molto simpatiche e apprezzate come regalo di ritorno. Prezzo indicativo da 10 a 30 Euro.
Dalla zona delle botteghe della ceramica in pochi minuti siamo arrivati agli acquedotti preispanici di Cantayo, una impressionante opera di ingegneria idrica che ha permesso alle popolazioni locali almeno 2000 anni fa di far arrivare l’acqua dalle montagne al deserto. Si pensa che già un fiume sotterraneo passasse nel sottosuolo e che i preispanici abbiano consolidato con pietre un tunnel lungo il percorso naturale dell’acqua con pozzi di aerazione a determinati intervalli per favorirne la manutenzione.
La guida ci ha assicurato che si poteva ancora passare da un pozzo ad un altro strisciando lungo il tunnel e visto la calura non me lo sono fatto ripetere due volte e in mutande mi ci sono infilato dentro.
Un esperienza che sconsiglio a chi soffre di claustrofobia!
Fortunatamente la guida aveva ragione e alla fine sono sbucato dal pozzo adiacente gattonando per circa 50 metri.
Questa opera idrica è così ingegnosa che ancora oggi fornisce acqua ai campi coltivati della zona!
Da qui ci siamo spostati verso la città di Nazca per andare a vedere il museo Antonini. Questo museo ospita i più recenti ritrovamenti dell’archeologo italiano Giuseppe Orefici provenienti dall’antico centro cerimoniale di Cahuachi. Il museo era amministrato dal Centro Italiano Studi e Ricerche Archeologiche Precolombiane (fino a quando con la crisi italiana hanno tagliato i fondi) e si dedica tuttora alla conservazione e allo studio del patrimonio archeologico di tutta la zona di Nazca.
Nella foto è possibile vedere un pendaglio nasale per fare in modo che il celebrante assomigliasse a un dio.
Ceramiche che riproducono la pianta allucinogena del San Pedro che veniva ingerita dai sacerdoti per propiziare.
Foto di una impressionante deformazione craniana. Per deformarlo così devono aver tirato tanto!
Si pensa che questa pratica venisse fatta ai neonati per motivi di distinzione di casta.
La mia personale ipotesi è che, un sacerdote con un cervello così allungato, insieme allo spostamento della ghiandola pineale che ne risultava e l’assunzione di sostanze psicotrope poteva essere un soggetto piú adatto alla veggenza.
Molto interessante e unica la sezione dedicata alle teste trofeo cioè teste a cui è stato applicato un elaborato precesso di mummificazione e che potevano essere portate in giro dai sacerdoti grazie a un manico in corda che passava per un buco fatto al centro della fronte. Ho letto che anche i moderni curanderi (Vedi Mario Pollia) utilizzano ancora oggi il cranio di persone defunte per curare e ottenere favori dall’anima del trapassato!
Ecco altri esempi di teste trofeo, il museo ha un intera sezione, unica nel suo genere, dedicata a queste teste di cui si sa ancora ben poco.
Alla fine il giro si è concluso spostandoci da Nazca verso l’interno del deserto per circa 30 km verso la cittadella religiosa di Cahachi.
Questo nome significa luogo dove vivono i vedenti e inquadra molto bene la funzione dei sacerdoti che ci abitavano.
La città fu fondata prima della nascita della civiltà Nazca, durante il nono secolo a.C., e declinò attorno al 300 d.C., dopo l’invasione degli Huari anche a causa dell’inaridimento del clima.
La popolazione residente permanente era poca, perché Cahuachi fungeva principalmente da centro cerimoniale, per eventi forse associati alle linee di Nazca e alla duna gigante di sabbia bianca che sta al fronte (Cerro Blanco).
Oltre al centro cerimoniale era presente anche una necropoli e il peggior problema riguardante il sito è stato rappresentato dal saccheggio. Molti dei siti funerari attorno a Cahuachi erano sconosciuti fino a poco tempo fa, e continuano a rappresentare un boccone appetitoso per i tombaroli.
Anche noi con la guida ci siamo fermati in un antico cimitero Nazca che è stato purtroppo depredato da vari cacciatori di tesoro abusivi. La cosa simpatica è che il cimitero preispanico rimane a qualche centinaia di metri da un cimitero moderno sicuramente ubicato nelle vicinanze per supersitizione dei locali.
Dopo qualche altro kilometro in mezzo al deserto siamo finalmente arrivati a vedere quello che potevano godersi i vedenti.
Uno straordinario tramonto immerso nel silenzio assoluto del deserto che già di per sè, sicuramente, li metteva in contatto con una natura straordinaria e incontaminata. Di seguito le immagini.
Nella zona di Nazca ci teniamo a segnalare anche altre due destinazioni molto interessanti che noi abbiamo visitoto nel 2010: il museo dell’oro, per vedere come i minatori di oggi continuano ad estrarre il prezioso minerale dai pezzi di roccia che portano giù dalle montagne e il museo di Maria Reich la tedescona che ha dedicato tutta la sua vita a salvare e studiare le linee di Nazca.
Consigliamo di riservare questo tour presso le agenzie di viaggio che si trovano nella Plaza de Armas di Ica e chiedere il supplemento di Cahuachi che altrimenti non verrebbe incluso. Il prezzo indicativo è di 150 Soles a testa e il giro dura un giorno completo.
CONSIGLI DEL VIAGGIATORE: Visto la zona torrida e desertica è indispensabile portare un cappello ampio, mangiare pasti frugali e idratarsi molto. Per le foto munirsi di apparecchi con zoom e stabilizzatore soprattuto per le foto delle linee di Nazca dall’aereo.
Buona avventura e alla prossima!
Grazie mille…m’interessano questi articoli….il sottofondo religioso delle tradizioni ancestrali
URL: google.com/+RebusCruciverba
grazie e un abbraccio
Ciao Rebus,
A dire la verità interessano molto anche a me le questioni religiose dei preispanici.
Mi hanno particolarmente colpito gli scritti di Carlos Castaneda e di Mario Polia (italiano).
Entrambi antropologi, hanno studiato sul campo le ultime tracce delle credenze religiose andine che ancora oggi vengono tramandate da alcuni maestri curanderi.
Le conclusioni sono abbastanza interessanti e inaspettate e aprono una piccola porta sull’immenistà di questo tema ancora quasi totalmente inesplorato.
A titolo di spunto è interessante anche il libro di Zacharia Sitchin “Gli dei dalle lacrime d’oro”
Se hai competenza in materia possiamo approfondire con un articolo a due mani, fammi sapere.
Enrico
Per il momento ti ringrazio per la bibliografia che mi proponi e che spero di trovare a Lima. Un abbraccio
Bell’articolo e complimenti. Foto molto espressive messe al posto giusto.
Che fortuna ad aver visto un tramonto così!!!
Tornerò a Cahuachi dopo essermi informato se ci si può fermare a dormire.
Molto Bello! 🙂