Ожидания от запланированной поездки 5 Много лет назад было много лет, и поэтому я хотел уйти без иллюзий, ничего не прося. В конце концов, все мои надежды оправдались. Come mi ha suggerito un amico Italiano di Lima preferisco comunicare questa esperienza per come il deserto me l’ha regalata. Тишина, Pace e Immagini mozzafiato che nessuno mai più potrà rubarmi. Un ringraziamento di cuore al nostro accompagnatore/esploratore Mr. Roberto Penny Cabrera che ci ha preservato per tre giorni dall’ostilità del deserto con premura e attenzione.
Fossile di balena nana vissuta circa 10 milioni di anni fa. Tutto il deserto di Ica in quel periodo era un basso fondale marino temperato dove pesci preistorici, balene, squali giganti, conchiglie, alberi marini e uccelli acquatici dal becco dentato hanno formato un habitat stabile che oggi non esiste più.
Canyon alluvionale, nel fondo si vedono ancora pozze d’acqua, ultima testimonianza del passaggio del huayco ovvero il torrente di fango causato stagionalmente dalle abbondanti precipitazioni sulle montagne. Nel cielo abbiamo visto planare alcuni Gallinazo Cabecirojo con il loro piumaggio bianco e nero e la caratteristica testa rossa simile a quella del cugino maggiore, il Condor.
L’accampamento. La tenda realizzata da Roberto si è perfezionata in 30 anni di esplorazioni del deserto. Prende spunto da un accampamento Inca situato un po’ più a valle. La forma è a conchiglia e da le spalle al vento. Ai lati è aperta per areare di giorno e tener caldo di notte grazie a un piccolo braciere. la sua forma aerodinamica fa si che il vento scivoli sulla struttura senza far entrare la sabbia. Semplicemente geniale e ci ha permesso di per poter vedere le stelle di notte e i mulinelli di vento che ci passavano di fianco di giorno!
Resti di un accampamento preispanico. In sito si trovano ancora diversi gusci di conchiglie, il cibo che consumavano e che poteva venir trasportato per lunghe distanze senza deteriorarsi. Queste persone venivano dalla costa e si spostavano all’interno del Tahuantinsuyo (impero Inca) per effettuare probabilmente scambi commerciali con altri villaggi. Allineavano pietre per indicare i loro passaggi e avevano imparato a ripararsi in modo efficiente di notte e a sfruttare le scarse risorse del deserto. Per bere ad esempio utilizzavano filtri di pietra granitica posti a ventaglio per raccogliere l’umidità della notte grazie anche ai licheni che vi crescevano sopra. Questa tecnica è tuttora usata dalla volpe per sopravvivere all’arsura del deserto e ci fa capire come l’interscambio fra uomo e natura (Pachamama) fosse un tempo molto più profondo.
Pietre di carbonato di sodio erose in modo stupendo dall’incessante azione del vento e dai frequenti mulinelli.
Roberto su un circolo perfetto di sassi allineati dagli Inca centinaia, forse millenni di anni fa.
Questo circolo si trova su una piana dove i venti del deserto mantengono sempre libero il cielo.
Un tunnel nel cielo perfetto per studiare le stelle di notte e prevedere gli eventi atmosferici. A valle è possibile individuare parecchi resti di accampamenti preispanici.
Le montagne dell’oracolo, formazioni rocciose che provocano il misterioso fenomeno studiato da Roberto dell’aura circolare.
Quando i primi raggi del sole colpiscono l’umidità notturna del deserto, si forma, solo in questa zona, un misterioso arcobaleno circolare. Questo cerchio multicolore avvolge l’ombra riflessa dal sole di chi lo mira.
И’ certo che gli Inca sapevano di questo fenomeno perchè nella valle sottostante all’oracolo è possibile vedere i resti di diversi ripari Inca, allineamenti di pietre e filtri per ottenere acqua dal deserto.
Guarda l’articolo relativo all’oracolo.
Punto d’incontro di due placche tettoniche nel bel mezzo del deserto. Da questo attrito nascono i frequenti e devastanti terremoti che hanno scosso tutto il Perù e la zona di Ica.
Pietre sagomate da correnti marine di milioni di anni fa quando il deserto di Ica era sotto il fondale marino.
La mano degli Inca, una pietra che è stata sagomata prima da correnti marine di un oceano scomparso milioni di anni fa e poi da popolazioni preispaniche forse per scopi rituali.
Pietra in equilibrio sul pendio di una montagna. Nella zona è possibile osservare denti di squalo preistorico e vari fossili marini.
Dente di Megalodon, squalo preistorico vissuto milioni di anni fa che poteva raggiungere i 18 metri di lunghezza con singoli denti grandi fino a venti centimetri.
Lucertola del deserto, non ha mai visto esseri umani ma basta qualche briciola di pane per farsela amica. Quando corre sembra un piccolo dinosauro in miniatura. Ha superato tutte le altre specie della zona, infatti non si è estinta!
Dall’alto di una ripida montagna, scalata personalmente, ho potuto ammirare l’immensità del deserto e la fedele “camioneta” di Roberto. In cima ho incontrato cumuli di pietre granitiche e materiale ligneo interrato, forse dagli Inca, per preservarlo dall’umidità notturna.
A seguire le altre foto del viaggio. Per chi volesse approfondire allego anche l’articolo del nostro carissimo amico ed esploratore Yuri Leveratto: http://www.yurileveratto.com/it/articolo.php?Id=61
Bello e interessante!
Come a Yuri piace viaggiare, conoscere e poi scrivere articoli; io preferisco usare le foto e poi parlare proiettandole. Non sarebbe male se iniziassimo a pensare a cosa poter fare insieme!
Molto interessante, grazie. L’importante è continuare a “esplorare”, nel senso di cercare di conoscere i luoghi e le persone, ma in fondo anche noi stessi.
continua così!